I vini

I principali vini della Basilicata

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il vino nella vita dei lucani

“Il vino è cosa eccellente, adatta all’uomo se,  in salute come in malattia, viene assunto con moderazione e secondo il proprio temperamento”. Così parla Ippocrate di quello che, tra gli attori sulla scena della gastronomia di questa terra, è probabilmente il protagonista. Nel mondo classico era l’Italia meridionale a detenere la fama della produzione vinaria: furono infatti i coloni greci a chiamare la Lucania  Enotria, da “oinos”, vino, con allusione alla ricchezza dei vigneti presenti sul territorio. Una indagine storica più recente sulla viticoltura lucana del 1886 (M. Lacava), riportava 154 diverse denominazioni di varietà diffuse nei comuni della Basilicata. Secondo stime del 2012, quanto al consumo di vino, tra le popolazioni meridionali i lucani sono all’ultimo posto con 44,6 lt. pro capite, dopo la Puglia (45,4) e la Sicilia (44,4) , mentre i grandi bevitori sono i liguri con 58,8 lt. pro capite. La Basilicata per quanto riguarda invece la produzione di vino rimane in media sempre su 140 milioni di ettolitri in confronto ad esempio al Veneto che ne produce in media 7500 milioni di ettolitri l’anno (dati ISTAT). Questa miscela idroalcolica di acidi organici (acido acetico ecc.), glicarina, zuccheri (fruttosio, glucosio), sali, tannino (responsabile del sapore astringente del vino), vitamine e composti volatili (che ne costituiscono il bouquet), a ben vedere, possiamo dire che è da sempre al fianco dell’ uomo. Proprio un detto popolare lucano dice: “mangiare senza bere è come impastare calce senz’acqua”. Qui il saper bere ha elevato la qualità della vita: probabilmente i Lucani hanno fatto tesoro delle parole di Ippocrate.

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Vini D.O.C.G:

  • Aglianico del Vulture Superiore: Il vino Aglianico del Vulture nasce da uve Aglianico nella zone Nord – Ovest della provincia di Potenza. L’ Aglianico del Vulture viene ritenuto uno dei 5 vitigni rossi più importanti d’Italia e nominato anche Barolo del sud grazie a delle caratteristiche in comune con il vino Piemontese. C’è da dire però che il vino Aglianico ha delle qualità che non possono essere equiparate con nessun altro vino. Il colore: rosso rubino intenso tendente al granato. L’odore: tipico, gradevole ed intenso. Sapore: secco, giustamente tannico, sapido, persistente; equilibrato con l’invecchiamento. L’Aglianico del Vulture Superiore Riserva ha un colore rosso rubino intenso tendente al granato, con l’invecchiamento può assumere riflessi aranciati. L’odore è tipico, gradevole ed intenso. Il sapore invece secco, giustamente tannico, sapido, persistente; equilibrato ed armonico con l’invecchiamento.  Continua a leggere Aglianico del Vulture in basso.  ⇓

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Vini D.O.C. :

  • Aglianico del Vulture:

Lucano per eccellenza, l’Aglianico deriva probabilmente la sua denominazione da ellenico (antichissimo vitigno introdotto in Lucania dai Greci): nel corso del XV secolo durante la dominazione aragonese, il nome originario venne corretto proprio in Aglianico a causa della doppia “L” pronunciata “GLI”, secondo l’uso fonetico spagnolo. Le antiche origini sulla coltivazione di questo vitigno sono testimoniate da alcune monete bronzee ritrovate durante una campagna di scavi archeologici nel Melfese. Ha una gradazione alcolica minima di 12,5 e un’acidità totale minima del 5 per mille. Rosso rubino o granato, assume riflessi arancioni dopo l’invecchiamento. Corposo, dall’aroma intenso e vellutato. Va servito ad una temperatura di 18 gradi centigradi. I migliori “Aglianico” sono quattro: vecchio (invecchiato almeno 3 anni, di cui due in botti di legno), riserva (minimo 5 anni, anche in questo caso almeno due in botti di legno), amabile e spumante. La versione spumante è di colore rosso rubino tendente al granato; la spuma è fine e persistente mentre al naso è fruttato e gradevole. Il sapore: tipico e caratteristico, da brut (Un “Brut è al limite della scala che, nei vini, indica la presenza di zucchero nelle bollicine (circa 15 grammi per litro) e significa letteralmente secco) a extra dry (residuo zuccherino 12 a 17 g per litro).  La terra di coltivazione è quella collinare dei comuni di Rionero in Vulture, Rapolla, Ripacandida, Ginestra, Maschito, Forenza, Acerenza, Melfi, Atella, Venosa, Filiano, Lavello, Banzi, Barile, Palazzo San Gervasio, Genzano di Lucania. Ai piedi del monte Vulture (antico vulcano inattivo) si trovano i terreni che donano a questo vino caratteristiche organolettiche uniche. Il suolo di questi splendide zone è infatti ricco di sali minerali e soprattutto di potassio, un macroelemento fondamentale nel metabolismo e nella traslocazione degli zuccheri nella vite. L’Aglianico si abbina con carni (soprattutto rosse) cotte al forno ma anche allo spiedo. La versione invecchiata è consigliabile per la cacciagione e la selvaggina, brasati e arrosti, e soprattutto formaggi stagionati saporiti come ad esempio il caciocavallo lucano, e altri formaggi dal sapore leggermente piccante. Nella versione “spumante” l’Aglianico del Vulture accompagna dolci e dessert, come ad esempio le nostre ricette: Cuccìa, Dolce di noci e ricotta, Biscotti casalinghi.

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  • Grottino di Roccanova:

Vino pregiato, invecchiato in piccole grotte caratteristiche scavate nelle arenarie. Colore rosso intenso, bouquet armonico, sapore corposo e buona persistenza gustativa. Ottenuto da uve Malvasia (nera e bianca di Basilicata) , Barbera, Trebbiano, Moscato, Sangiovese, combinate con 18 varietà differenti di uve da vino tradizionali. La zona di produzione del vino a denominazione di origine controllata “Grottino di Roccanova” comprende i comuni di Roccanova, Sant’Arcangelo e Castronuovo di S. Andrea in provincia di Potenza. Il Grottino possiede diverse varianti: “Rosso” (Titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12,00 % vol; Acidità totale minima: 4,5 g/l) “Rosso riserva”(Titolo alcolometrico volumico totale minimo:13,00 % vol; Acidità totale minima: 4,5 g/l) “Bianco” (Titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00 % vol; Acidità totale minima: 5,0 g/l) “Rosato” (Titolo Alcolometrico volumico totale minimo: 11,50% vol; Acidità Totale minima: 4,5 g/l)

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  • Matera:

Il “Matera” D.O.C viene prodotto in buona parte della provincia di Matera. E’ ottenuto da uve Greco Bianco, Merlot, Aglianico, Sangiovese, Primitivo e Malvasia di Basilicata. Possiede diverse varianti, tre rossi e tre bianchi, di cui uno spumante. Quest’ultimo segue una fermentazione naturale in bottiglia o metodo classico, unico nel suo genere nel Sud Italia:

  1. “Matera” Rosso: Colore: rosso rubino; Profumo: complesso, fruttato; Sapore: armonico, rotondo, tipico.
  2. “Matera” Primitivo: Colore: rosso rubino tendende al violaceo ed al granato con l’invecchiamento; Profumo: intenso, persistente caratteristico; Sapore: secco, pieno, armonico tendente al vellutato.
  3. “Matera” Rosso Jonico: Colore: rosso rubino; Profumo: intenso, persistente, erbaceo; Sapore: secco, pieno, armonico tendente al vellutato.
  4. “Matera” Greco: Colore: paglierino; Profumo: caratteristico, intenso, persistente, erbaceo; Sapore: tipico, caratteristico.
  5. “Matera” Bianco: Colore: paglierino; Profumo: intenso, fruttato, erbaceo; Sapore: tipico, secco, fresco, sapido.
  6. “Matera” Spumante: Colore: paglierino; Profumo: fruttato, tipico, gradevole; Sapore: fragrante, tipico, caratteristico.

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  • Terre dell’Alta Val d’Agri:

Nelle zone dell’Alta Val d’Agri la tradizione vinicola risale a più di 2000 anni fa. Infatti secondo recenti studi in queste zone si produceva un vino chiamato “Lagarino”. Le prime testimonianza riferibili alla produzione ed al consumo di vino nell’area, risalenti al III sec. a.C. , sono costituite da vasi per il vino, da un grappolo d’uva miniaturistico in terracotta rinvenuti nella tomba di un guerriero. La tradizione vinicola di epoca romana, inoltre, trova conferma nella citazione dello scrittore latino Plinio il Vecchio (nella sua Naturalis Historia) il quale racconta: “Ma anche quelli dei luoghi d’Italia più lontani dal mare Ausonio non mancano di gloria, i tarantini e i serviziani e quelli prodotti a Cosenza e a Tempsa, in Calabria e i lucani con quelli di Turi che primeggiano. Di tutti questi però soprattutto rinomati per la salute a Messala Potito, i vini lagarini, che nascono non lontano da Grumentum.”.  Sempre del lagarino lo storico e geografo greco Strabone scrive: :”Dopo Thurii viene Lagaria, una roccaforte, fondata da Epeo e i Focesi; da lì viene il vino lagarino, dolce, leggero ed estremamente buono per le caratteristiche fisiche” .”Terre dell’Alta Val d’Agri” ha un colore rosso rubino tendente al mattone se invecchiato. Sapore asciutto, sapido e corposo. L’ottanta percento di uve Merlot e Cabernet Sauvignon viene combinato con altri vitigni a bacca rossa tipici dell’area. La zona di produzione del vino «Terre dell’Alta Val D’Agri» Rosso, Rosso Riserva, Rosato, comprende gli interi territori comunali di Viggiano, Grumento Nova e Moliterno.

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Vini I.G.T. :

  • Basilicata IGT

I vini bianchi Basilicata IGT sono ottenuti da uve dei vitigni a bacca bianca Asprinio Bianco, Ansonica, Barbera, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Calabrase, Bombino Bianco, Chardonnay, Greco, Fiano, Garganega, Negro Amaro, Nebbiolo, Manzoni bianco, Merlot, Malvasia Bianca di Basilicata, Moscato Bianco, Pinot Bianco, Pinot Grigio, Riesling Italico, Traminer Aromatico, Trebbiano Toscano e Verdeca, coltivate in provincia di Matera e Potenza. Le varianti sono:

  1. «Basilicata» Bianco:
    colore: giallo paglierino;
    odore: intenso, fruttato;
    sapore: tipico, secco, sapido.
  2. «Basilicata» Rosso:
    colore: rosso rubino;
    odore: complesso, fruttato;
    sapore: armonico, tipico.
  3. «Basilicata» Rosato:
    colore: rosato cerasuolo;
    odore: intenso, persistente;
    sapore: tipico, caratteristico, secco.
  4. «Basilicata» Rosso Passito:
    colore: rosso più o meno carico tendente al granato;
    odore: caratteristico ed intenso;
    sapore: dolce, armonico e vellutato.
  5. «Basilicata» Bianco Passito:
    colore: giallo tendente all’ambra a seconda dell’invecchiamento;
    odore: intenso, fruttato;
    sapore: caratteristico, secco, sapido.Immagine